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Dialogo con il nonno sul calcio

Scritto da Edoardo Peronnia

21 Gennaio 2021

“C’è la partita, la guardi con me?”

“No, nonno, lo sai che il calcio non mi piace… ma a te, del calcio, cosa ti piace esattamente ?”

Lui sorride e scherza un po’: “Faccio prima a dirti quello che non mi piace. Per me è lo sport più bello che ci sia, è geometria, è tecnica, e poi è spettacolo!”

“Io preferisco il body building…”

“Mah, quando avevo la tua età, le palestre erano poche, e non erano certo come le intendi tu adesso, ora sono posti bellissimi, con attrezzi di tutti i tipi per tutti i muscoli del corpo, con la musica in filodiffusione, le saune non c’erano….noi andavamo a giocare in strada, spesso scalzi, sai, ti parlo di 70 anni fa… a volte mancavi la palla e davi certi calci nel marciapiede..” – e ride – “ però ci divertivamo, eravamo come dire…ruspanti! Io ero felice”

“Felice di giocare a pallone scalzo in strada?”

“Di stare con i miei amici, e poi di giocare a calcio, anche se nel quartiere c’era solo uno che aveva la palla, e se non c’era lui… – si interrompe _- Il calcio è bello, è aggregante, è la nostra storia”. Il tono diventa solenne “è lo sport nazionale!”

“Sì, e muove milioni” e alzo gli occhi al cielo.

“Non vedere un aspetto negativo nei soldi che girano intorno al calcio, certo, i giocatori guadagnano molto, ma il calcio crea anche un bell’indotto, non soltanto la Serie A, ma anche la B e le minori dove lavora tanta gente, tanti padri di famiglia”

“E poi? Cos’altro? Altri ricordi legati al calcio?”

“Tu Edo, non hai ancora avuto la fortuna di vedere un mondiale come si deve, è bellissimo – Si illumina –. I ricordi più belli sono Pertini che esulta sugli spalti, e poi che gioca a carte in aereo con Bearzot, erano i mondiali del 1982, grandi emozioni, ecco: il calcio è le emozioni che ti dà” .

Peccato, io non so chi sia Bearzot… ma non glielo dico, non lo rovino questo momento nostalgico, invece torno a bomba e gli chiedo : “E quando perdi?”

“Sono emozioni anche quelle, ma  diverse! Comunque, se perdi e te lo meriti è un conto, ma quando ti rubano la partita…”  E comincia a raccontare di quella volta che… Ma invece di ascoltare le sue parole, che sembrano scendere di volume alle mie orecchie, mi concentro sui suoi modi sempre gentili, sulla genuinità dei suoi gesti, sulla luce che ha negli occhi nonostante 81 anni di vita alle spalle. E’ un punto di riferimento, è ancora una roccia, ammiro da sempre la sua bontà e la sua purezza d’animo, mai scalfite dalle troppe battaglie combattute in tante primavere di una vita complicata. Lo rispetto e lo amo. Mi sta dicendo :

Mi dice: “Guarda,  stanno scendendo in campo”

Gli rispondo : “Questa volta ti faccio compagnia”

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