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Aspal, la sede di Iglesias: dopo le miniere turismo e cultura per ripartire

Scritto da Federico Spano

25 Febbraio 2021

di Stefano Ambu

Diciottomila iscritti, numero cresciuto durante la pandemia Covid e destinatoad aumentare in seguito allo sblocco dei licenziamenti previsto a marzoReddito di cittadinanza: 1700 beneficiari, molti utilizzati nei cantieri comunali di Stefano AmbuIglesias un po’ come Carbonia: miniere addio, crollo dell’industria pesante e rinascita e ripresa rimandate di mese in mese e di anno in anno. E ora si tratta di capire dove e come si può lavorare ancora nel Sulcis Iglesiente. Il centro per l’impiego di Iglesias segue diciottomila iscritti. Oltre la cittadina che ospita la sede ci sono Fluminimaggiore, Buggerru, Gonnesa, Domusnovas, Villamassargia e Musei. E sono diciottomila persone che ancora ci credono. «E noi – spiega il responsabile del centro per l’impiego Ignazio Melis (nella foto) – siamo qui a lavorare e a supportare questa speranza. In questo periodo di limitata mobilità i colloqui si svolgono in video chiamata o per telefono. Ma l’utenza non demorde. Importante la nostra capacità di ascolto. Chi si rivolge a noi è molto attivo, chiede informazioni, non si stanca di continuare a cercare. La pandemia ha acuito una crisi che esisteva anche prima: il Covid è stata un’ulteriore mazzata. A noi il compito di dare speranza e fiducia alle persone». I sostituti di miniera e industria potrebbero essere vacanze e monumenti: «Serve un intervento coraggioso per convertire le vecchie attività produttive – spiega Melis – turismo e cultura potrebbero essere la soluzione: bisogna avere il coraggio di investire anche in questi settori, diversificare». Magari attraverso singole iniziative o cooperative: «Disponiamo – continua il responsabile – di un ottimo servizio di creazione di impresa, non esiste solo il lavoro di dipendente. Ci sono interessanti iniziative regionali e nazionali a supporto di questa opzione. Abbiamo instaurato una buona collaborazione con le imprese: abbiamo due job account che monitorano il settore non solo per l’assunzione del personale con le selezioni ma per le consulenze». Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza il centro per l’impiego segue circa 1700 fruitori che stanno aumentando anche in queste settimane. E si vedono i primi risultati anche a livello occupativo: «Stiamo contattando i beneficiari – continua Melis – per l’impiego nei cantieri comunali di pubblica utilità. Una quota dai servizi sociali, un’altra dai comuni». Marzo, mese che preoccupa tra il possibile addio dei navigator, in piazza in questi giorni proprio per ottenere una proroga dopo ventuno mesi di servizio, e l’altrettanto probabile sbarco di nuovi disoccupati dopo la fine del blocco dei licenziamenti: «Per i navigator ci dispiacerebbe tanto – spiega il responsabile – perché stanno svolgendo un buon lavoro sia con i beneficiari sia con le imprese. È chiaro che il personale, quando si tratta di occupazione, non è mai troppo. Per quanto riguarda la fine del blocco dei licenziamenti è chiaro che la speranza è che ci sia una proroga: che dire, siamo nelle mani di Draghi. L’importante – conclude Ignazio Melis – è non perdere mai la voglia di crederci. Mantenere viva la speranza, questa deve essere la nostra missione».

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