Un anno fa iniziava in Italia l’era Covid-19, la pandemia che ha cambiato il mondo, anche il mio.
Il Covid è stato una novità assoluta, ha stravolto le nostre abitudini e ci ha costretti ad una nuova normalità, a nuovi comportamenti. Quando il governo ha deciso di chiudere le scuole, all’inizio molti di noi erano pure contenti: che meraviglia, tutti a casa in panciolle!! E invece, tempo zero, si è capito che le parole meraviglia e scuole chiuse non stavano proprio bene insieme nella stessa frase: lezioni in dad, su meet, connessioni schizofreniche, lunghissimi tempi morti…ed era solo l’inizio.
Abbiamo avuto una partenza un po’ lenta tutti quanti, ragazzi e docenti, forse perché all’inizio si pensava che la situazione si normalizzasse in pochi mesi, forse abbiamo avuto la sensazione che tutto si sarebbe risolto in fretta, e che la dad sarebbe stata archiviata e a settembre già dimenticata. Ma a settembre abbiamo pagato lo scotto dell’estate libera, e così, tornati in dad a scuola appena iniziata, ci siamo tutti riqualificati al volo, e questa volta in modo decisamente più organizzato. Gli insegnanti sono stati eroici, loro sono i veri difensori della didattica, hanno somministrato lezioni, spiegazioni e compiti in una trincea di connessioni che saltavano, freeze di immagini e assenze selettive, hanno continuato ad essere presenti e preparati, campioni del mondo di resilienza….
Noi ragazzi siamo la generazione di studenti più sfigata di sempre.
Alla nostra età gli occhi sono spalancati sul mondo, vogliamo uscire a vederlo, vogliamo vivere, amare, giocare crescere e sbagliare. Alla nostra età tutte queste cose si fanno in gruppo, si esce in gruppo, si condividono esperienze ed emozioni e ci si diverte insieme. La scuola è una parte importantissima della nostra vita, scandisce il nostro tempo, ti segna il passo tant’è vero che spesso, per molti ragazzi, scuola e vita sociale coincidono. Qualcuno pensa che in dad sia andato sprecato un anno scolastico, beh, non è vero! Secondo me è andato perso ben altro: le nuove amicizie, le emozioni, le scoperte, i primi amori, le piccole conquiste di libertà con i genitori…. Ho sempre pensato che il liceo fosse una specie di fabbrica di ricordi, lì ti crei quelli belli, quelli da tirare fuori tra qualche decennio, quando in un giorno qualunque di una vita non più tanto spensierata ripensando al Liceo Manno di Alghero mi sarebbe spuntato un sorriso sul volto…
Potrei dire che durante quest’anno in dad sono cresciuto, potrei scrivere che questa esperienza mi ha cambiato, di quanto sia stato facile o difficile affrontare una pandemia chiuso a casa, con o senza l’ansia adolescenziale, o la stanchezza, l’incertezza e la preoccupazione…Ma la sensazione è quella di essere stato ogni singolo giorno rapinato di un giorno, di essere stato derubato del mio tempo normale, della pizza al sabato sera col mio migliore amico, o di quelle serate organizzate all’ultimo minuto con gli amici di sempre, della voglia di non avere voglia di andare a scuola, della paura del compito in classe anche se hai studiato, della luce che c’è alla mattina nel corridoio, che è più chiara e le voci dei compagni che entrano in classe sono più basse, mentre all’una, all’uscita, la luce è dorata e le voci si sono trasformate in risate.
Mi manca quello che avevamo, mi manca uscire la mattina e respirare l’odore del mare, dare un bacio, avere un contatto fisico, dividere la merenda col compagno che l’ha dimenticata…
Edoardo Peronnia