Seleziona una pagina
Lavoro e false accuse: l’amarezza rimane per sempre

Scritto da Giulia Manca

11 Marzo 2021

Il direttore del Workplace Bullyng Institute, dottor Gary Namie, ha individuato l’accusare falsamente qualcuno di errori maicommessi, la prima delle quindici tattiche di sopraffazione più usate sul luogo di lavoro. A questo ho pensato qualche giorno fa, nel leggere un articolo di Nadia Cossu, stimata giornalista della Nuova Sardegna, improntato sull’assoluzione di un ispettore forestale. “Daniele non è il solo”, ho pensato, quasi immersa in un film già visto. Perché come Daniele, questo il nome dell’Ispettore, altri hanno vissuto la stessa esperienza, conclusasi con il medesimo epilogo. Come Daniele, anche Marianna, Costantino, Pietro, ed altri sono stati ingiustamente colpiti da accuse e provvedimenti, riuscendo a provare totale estraneità ai fatti contestati dopo estenuanti lotte e uno sfinimento di energiefisiche, temporali ed economiche. Energie, tempo e soldi sottratti a se stessi e alla propria famiglia. Soldi che, in caso di assoluzione, saranno, anche in parte, rimborsati, andando ad incidere sull’intera comunità, senza tuttavia dare totale ristoro per il periodo di sofferenza, insonnia ed incertezze trascorsi. Le esperienze vissute contribuiscono spesso alla progressiva perdita dell’entusiasmo e delle positività, elementi imprescindibili per recarsi quotidianamente sul posto di lavoro ed arrivare a fine giornata soddisfatti ed ancora carichi. Un importante ruolo, in questi casi, spetta all’intero nucleo familiare, che necessariamente dovrà reinventarsi abitudini e tenacia, e talvolta formarsi anche psicologicamente, per supportare il congiunto, e se stesso a superare l’esperienza, senza strascichi di sorta. Cosa non facile, questa perché mai niente e nessuno sarà in grado di annientare la certezza di lustri di vita sprecata.  Enormi sforzi dovranno successivamente concentrarsi per il recupero dell’immagine, superare anni di vergogna, e cancellare le voci magari solo sussurrate, o magari solo immaginate. Conosco a fondo situazioni del genere; probabilmente avevo poco più di tre anni, perchéMarianna non è solo una dei primi  Ranger rosa. Conosco la forza, il dolore ed il valore della lotta e della difesa, sicuramente più forti ed appaganti delle accuse, nonostante le centinaia di chilometri giornalieri… Tutto è bene ciò che finisce bene, si dice.L’impressione però, è che spesso, la dimostrazione di netta estraneità ai fatti contestati, sia percepita  come una sconfitta da parte di chi innesca il meccanismo, quasi mai disposto a ripristinare le posizioni occupate in precedenza. E’ doveroso chiedersi, quali sia il ruolo del datore di lavoro in tali circostanze, e quali le responsabilità del collega, del superiore gerarchico, e di chi in generale dovrebbe garantire benessere sul luogo di lavoro. Quando i responsabili di tali ingiustizie saranno chiamati a rispondere personalmente delle loro azioni.

Manca Giulia, ITC Enrico Fermi-Buddusò

La Nuova@Scuola? Un progetto di formazione. Un progetto di informazione. Un progetto di comunicazione.

Oltre 60 istituti superiori dell’Isola. Trenta partner (Enti, Istituzioni e aziende private leader di settore). Momenti di incontro e confronto fra mondo della scuola e mondo del lavoro fra webinar e seminari, attività redazionale e site visit, incontri in presenza e opportunità  per i ragazzi di cimentarsi con lo scrivere giornalistico in spazi immaginati ad hoc fra giornale cartaceo, canali appositamente creati e social. La collaborazione con Aspal è il valore aggiunto. Le quattro precedenti edizioni dell’iniziativa la certezza che la strada è quella giusta.

Siete un istituto superiore dell’Isola? Siete un’Ente, un’Istituzione o un’azienda operante nell’Isola (e non solo)? Volete partecipare al progetto? Contattateci all’email lanuovascuola@lanuovasardegna.it: siamo a disposizione per darvi tutte le informazioni possibili e raccontarvi la nostra fantastica esperienza.

Ultime news