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La nostalgia, quel filo che unisce gioia e dolore

Scritto da Chiara Ferrandu

4 Maggio 2021

Nella vita si sperimenta, si ricerca, si cambia, si sbaglia, si sceglie, ci si emoziona. Si vive ogni giorno con un’unica certezza, quella che niente può tornare indietro. Esiste una sola cosa che possiede invece questa dote fortunata: la memoria. La memoria conserva le tracce dell’animo, costruisce il passato di ogni persona. Il passato è un insieme di ricordi, belli, brutti, felici, tristi, sbiaditi, nitidi, imbarazzanti, costruttivi, indimenticabili. Ricordi che hanno fatto della persona quella persona. A volte l’unico desiderio è dimenticarli, altre volte invece si spera solo di poterli rivivere. Ci sono momenti in cui il ricordo riaffiora nella mente e si ferma là, si crea un rifugio e non si muove più. Incanta, suscita un’emozione che sprofonda dentro il petto creando un nodo aggrovigliato. Fa male perché è lontano, non si può raggiungere, si vorrebbe riassaporare ma ormai è passato, non esiste più. È un desiderio illusorio, ci si può abbandonare solo alla sua aspirazione. È la nostalgia.
La nostalgia è il dolore del ricordo, è un’emozione molto complessa. Fa parte della vita, è uno stato psicologico dell’uomo, una condizione che non si sceglie di vivere. Si prova nostalgia per un luogo, un ambiente caldo e familiare in cui ci si vorrebbe immergere in quel momento. Magari un posto che suscita ricordi di esperienze indimenticabili, una città in cui si ha il desiderio di vivere, una casa dove ci si sente liberamente a casa. Nostalgia per una persona, una persona lontana oppure una persona che non c’è più. Qualcuno con cui si aveva un legame profondo e ricordi di momenti che scaldano il cuore. Nostalgia per un’esperienza, qualcosa che si è vissuto e che si vorrebbe rivivere di nuovo. Forse allo stesso modo o magari cercando di cambiare, modificare oppure migliorare alcuni aspetti, dopo averla analizzata in lontananza e dall’esterno. Nostalgia di uno stato d’animo, un emozione intensa che si vorrebbe sentire di nuovo vibrare in tutto il corpo. Un attimo di pura felicità, un periodo di spensieratezza, un momento di euforica adrenalina per un evento importante.
La nostalgia è quando tristezza e felicità si incontrano. Quando un sentimento dolce amaro naufraga dentro il petto. Quando una valanga di immagini scorre freneticamente nella mente e si sentono voci, sensazioni, emozioni. Quando lacrime lente scorrono il viso e cadono a terra interrompendo il rumore del silenzio. Accade improvvisamente oppure vive dentro la persona per un periodo di tempo, giorni, mesi o anni interi.
Si tratta di trovarsi in un’altra dimensione, un tempo passato. Questa dimensione però ha un rapporto con un altro momento, quello presente. È tutto un gioco di relazione.
Prende il suo posto la consapevolezza che quell’attimo tanto speciale non potrà essere vissuto di nuovo, non capiterà mai più. E se si prova a riviverlo con la speranza di ritrovarlo, probabilmente si rivelerà soltanto una grandissima delusione. Non sarà più il ricordo dolce amaro di qualcosa, ma sarà qualcosa che è stata così bella solo apparentemente, rivelandosi poi un’illusione. Ne deriverà un rischio per la salute, una sofferenza ed un vuoto incolmabile dell’anima.
Può succedere che la relazione non si costruisca solo tra la dimensione passata e quella presente, ma anche tra quella presente e quella futura. La sua caratteristica è il desiderio di qualcosa che si è perso per sempre e che non potrà mai più arrivare, il dispiacere della consapevolezza che quel momento meraviglioso del presente finirà e non tornerà più, oppure la speranza di qualcosa che deve ancora arrivare e che forse non arriverà mai, provocando paura, angoscia, tristezza.
La nostalgia va ascoltata. Quando bussa alla porta del cuore bisogna accoglierla a braccia aperte. A volte lei tenderà involontariamente a trascinare dalla sua parte chi si trova davanti ma questa potrebbe rivelarsi una trappola, anche se innocente ed inoffensiva. È tanto importante ascoltarla, assisterla e starle vicino quanto capire dove inizia e dove finisce, altrimenti ci si ritrova catapultati all’interno del suo cerchio vorticoso. Lasciare che lei prenda il sopravvento significherebbe farsi del male. Imparare a gestirla invece porterebbe a molti vantaggi. Al posto di cadere nel rimpianto che il passato è ormai irrimediabilmente perduto e che è pieno di occasioni perse si trova la forza per andare avanti ed imparare a cogliere ogni attimo. Invece di isolarsi e chiudersi in se stessi si riesce a combatte il senso di solitudine, di ansia e di tristezza. Viene stimolato di nuovo il desiderio che riporta a vivere e concentrarsi nel tempo presente. Nasce la voglia del cambiamento e l’obiettivo di cercare, scoprire, provare, trovare. La consapevolezza che tutto scorre e la fiducia di vivere momenti belli come quelli passati che un giorno diventeranno ricordi meravigliosi. Solo con qualche lacrima emozionante.
Quando si avverte la nostalgia arrivare non bisogna ignorarla o mandarla via ma accoglierla ed ascoltarla. Ci si immerge nei propri pensieri, ci si accovaccia davanti alla finestra osservando il vuoto, si sprofonda sotto il getto d’acqua che scorre ininterrottamente sul viso, si assapora il gusto caldo e amaro di una tazza fumante di caffè, si ascolta il suono del silenzio ed ogni piccolo rumore che lo interrompe, ci si isola ad occhi chiusi nel suono rimbombante di una canzone o di una melodia.
Nella vita serve un giusto equilibrio. Un equilibrio in tutto quello che si ha e che si fa. Se si riesce ad equilibrare il ricordo felice di un passato ed usarlo a proprio vantaggio nel presente, senza lasciare che questo venga schiacciato e sommerso dal peso del ricordo, allora si ha davanti la chiave giusta, quella che permette di aprire la porta magica della serenità che conduce alle vie segrete del cuore per vivere profondamente ogni singola emozione.

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