Il primo maggio celebrato qualche giorno fa rappresenta per tutta l’Italia la festa dei lavoratori, una giornata per molte famiglie prima della pandemia, da passare in modo diverso. In Sardegna si celebrava nel nostro capoluogo, Cagliari la festa di sant’Efisio che vedeva al centro dell’attenzione gli sgargianti colori degli abiti tradizionali, l’allegria trasmessa dai suonatori provenienti dall’intera isola che accompagnano anche i passi dei balli folkloristici nostrani, il tutto incorniciato dal numeroso pubblico di spettatori, che potevano ammirare i numerosissimi e stupendi costumi.
Ma come ho detto prima, questa festa è dedicata ai lavoratori, ed è di loro che voglio parlare, a partire da chi ogni giorno, rischia la propria vita, nelle corsie degli ospedali e lo fanno per ore e ore, essendo continuamente in pericolo, ma non si arrendono e continuano a lavorare, ed è proprio a tutti coloro che continuano a lottare in piena pandemia, che voglio rivolgere un grazie, per ogni sacrificio che loro hanno fatto e continuano a fare per tutti i pazienti, che in quei letti d’ospedale lottano tra la vita e la morte, quindi grazie, per tutt0 quello che fate.
Ma non ho finito, vorrei parlare anche con chi a causa della pandemia ha perso il lavoro, vorrei fare un augurio, dicendovi di non scoraggiarvi, non smettete di lottare, perché arriverà quel momento in cui la pandemia verrà sconfitta ed è in quel momento, che voi tornerete più forti prima, il mio augurio è che questo momento arrivi presto e che i posti di lavoro siano di nuovo vostri. Concludo col dare gli auguri a tutti i sardi, sperando di poter tornare alla normalità, con le nostre tradizioni, con il nostro animo da festa per riaccendere la felicita’ che ci distingueva e ci distinguerà!